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Pagliaro-Ascari 2013 © | |
L' Otello è in stampa.Questa mattina sveglia presto per finire le ultime cose.
Colazione all'inglese: una fetta di pane tostato, una tonnellata di pancetta, un uovo e un caffè alto. Euro 2.50.
Riguardo tutte le tavole sperando di non avere fatto minchiate, controllo il profilo colore e gli occhi dei personaggi: ho un'ossessione per gli occhi dei personaggi, perché tendo a dimenticarmi di fare le pupille, che poi si tratta di fare un punto, piccolissimo, ma così è; me ne scordo.
In questi mesi di intenso fare, ho pensato a quanto questa passione tenda ad isolarci o a farci apparire assenti anche quando sorridiamo a qualcuno davanti ad una pizza o mentre si prepara la cena alla propria compagna, ma così non è; o meglio, lo è solo in parte e in questa parte ci stanno: incomprensioni, silenzi, spalle voltate e qualche pianto. Poi però c'è l'altra parte, quella che ci racconta e che facciamo fatica a far capire, perché chi crea, fa fatica a far capire, sempre. Quindi, la felicità di un'artista, non si misura con la qualità delle sue opere, ma con la sua capacità di trovare persone che quella parte, quella che si fa fatica a spiegare, la capiscono bene e che magari ne ridono, e qui si torna all'uomo, l'unica cosa che voglio essere. Un uomo che disegna bene e che fa tante altre cose, tutte fatte male o malino, come cucinare.
Questa è la prima pagina dell'Otello e la prima pagina è quella che: “se fatta questa, poi tutte le altre si disegnano da sole”.... e qui si mente sapendo di mentire. Coglione.
L'ho disegnata, l'ho colorata e l'ho amata da subito.