Professionalmente parlando sto vivendo uno dei momenti più belli ed intensi della mia vita, ho ricevuto tante proposte, tutte belle e di altissimo profilo che aspettano di essere realizzate in questi giorni, dopo che sono riuscito a far slittare le varie consegne, perché dovevo prima ultimare un lavoro pubblicitario di proporzioni bibliche.
In tutta questa confusione, sono riuscito a realizzare, disegnando la notte, "La dissenteria" ovvero la nuova storia partigiana che troverete, forse da domani nelle edicole con il Vernacoliere.
Questa storia è il seguito del "il Bucato", e nasce in risposta ad una lettrice che mi ha scritto dopo avere letto "la Succhia cazzi" . In questa lettera mi si accusava in sostanza di essere un maschilista colpevole di aver rappresentato una partigiana come una prostituta( ???????) facendomi riflettere poi, sul ruolo delle donne nella lotta partigiana.
Riguardo all'accusa di maschilismo, non posso che rispondergli di rileggersi, ma bene la storia, sul resto mi trova perfettamente d'accordo e questa storia nella sua leggerezza è un piccolo omaggio a tutte le donne che hanno partecipato alla lotta partigiana.
Sulle mie storie partigiane si può dire di tutto nel bene e nel male, la cosa però che mi colpisce di più come autore e soprattutto come italiano, è il fatto che il tema trattato dopo tanti anni ancora susciti emozioni contrastanti.
Siamo un paese di merda.
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Girando su internet ho trovato su di un blog dedicato a Carlo Giuliani questa lettera indirizzata al Vernacoliere che mi ha fatto molto piacere.
ciao
Ciao Cardinali,
leggo quanto scrive il signor Matteo sul numero di ottobre.
Leggo frasi del tipo "Il compiacimento sul fatto che gli uni ammazzano gli altri poiché dalla parte del torto, lo lascio a chi non vuole che la storia sia spiegata e indagata a tutto tondo", oppure "mi sembra ci sia poco rispetto per chi ha combattuto per un' idea diversa", oppure ancora " purtroppo le giovani generazioni crescono con immagini clamorosamente fasulle", eccetera, eccetera.
Non voglio qui discutere di storia ufficialmente raccontata. Voglio solo trasmettere quanto i miei genitori (purtroppo morti entrambi) mi hanno raccontato di quegli anni.
Ricorderò per sempre mia madre raccontarmi del padre conosciuto solo quando lei aveva sette anni, presso la galera fascista di Saluzzo, dove era stato rinchiuso, perché processato nel 1926 come antifascista dai primi Tribunali Speciali.
Ricorderò ancora per sempre mia madre raccontarmi dei mitra nella pancia puntati a chiunque avesse sembianze di "bandito" e del terrore patito dagli abitanti di Firenze prima della liberazione.
Ricorderò per sempre mio padre raccontarmi di suo padre, emarginato nel Regio Arsenale di La Spezia, nonostante le capacità professionali, perché non aveva voluto prendere la tessera del " Partito" e per questo morto anzitempo di infortunio sul lavoro.
Ricorderò per sempre mio padre raccontarmi dei partigiani appesi cadaveri ai lampioni come "monito fascista" in quel di La Spezia e dei mitra puntati anche a lui perché sospetto di propaganda contro la Repubblica di Salò.
Ricorderò ancora per sempre mio padre raccontarmi del cugino ucciso come un cane dai repubblichini mentre andava a casa dopo mesi e mesi di montagna, a trovare la madre (tradito, guarda caso dal parroco del paese).
Caro Cardinali, questa non è assolutamente storia ufficialmente scritta, questi sono soltanto i ricordi che mi hanno trasmesso i miei "vecchi".
Voglio trasmetterli anche a te e a chiunque legge il Vernacoliere.
Penso che sia dovere di chi certe tragedie le ha vissute, anche se solo indirettamente e solo come memoria, di CONTINUARE A RACCONTARE LA VERITA'.
Tantissimi compimenti per il Vernacoliere ! ! !
UN FORTE ABBRACCIO
P.S. Un fortissimo abbraccio anche alla Premiata Officina Pagliaro
Marco